Autore: Leo Lionni
Casa editrice : Baba libri
«Questo è un albero Alfabeto» disse la formica.
«E perché si chiama così?» chiese la sua amica.
«Perché non molto tempo fa, quest’albero era carico di lettere. Vivevano una vita felice, saltellando da una foglia all’altra, tra i rami più alti.»
Ogni lettera aveva la sua foglia preferita, dove sedeva al sole per farsi cullare dalla brezza. Un giorno, però, la brezza diventò vento e il vento diventò tempesta.
Quando la tempesta passò, le lettere si rannicchiarono tremanti di paura, tra le foglie dei rami più bassi.
Un buffo insetto a strisce nere e rosse, con le ali di un bel giallo brillante, vide le lettere nascoste nell’ombra.
«Ci nascondiamo dal vento» spiegarono le lettere.
«E tu chi sei?»
«Io sono l’insetto delle parole» rispose lui. «Posso insegnarvi a fare le parole. Se vi metterete insieme, a gruppi di tre o quattro, o anche di più, nessun vento sarà così forte da spazzarvi via.»
E con molta pazienza, il buffo insetto insegnò alle lettere come mettersi insieme e fare le parole. Alcune formarono parole corte e semplici come ape o cane, altre impararono a farne di più difficili come foglia, insetto, e perfino uomini.
Le lettere erano felici. Si arrampicarono di nuovo sui rami più alti e, quando il vento arrivò, si aggrapparono alle foglie senza paura. L’insetto delle parole aveva avuto ragione.
Poi, un mattino d’estate, uno strano bruco apparve tra le foglie. Era grosso, viola e peloso.
«Che confusione!» disse quando vide le parole sparpagliate sulle foglie.